Cos'ho imparato

Cosa ho imparato dal periodo peggiore della mia vita

Questo mio 2018 è stato un anno stupendo, ricco di bei momenti e di lezioni importanti. Ho avuto la fortuna di visitare una decina di nuovi stati, fare nuove amicizie, migliorare quelle esistenti, intraprendere nuove attività, il tutto portando avanti il mio lavoro (e ritagliando del tempo anche per un secondo).
Quest’anno però è arrivato proprio dopo quello che considero il periodo più difficile della mia vita. Per questo voglio spendere due parole per chi vorrà sentire qualche consiglio da un pirla qualunque.

 

C’è stato un periodo in cui purtroppo mi sono ritrovato a vedere, sentire ed accettare cose inconcepibili, e confondendo la maturità con il martirio continuavo ad assumermi la responsabilità delle cose andate male, sentendomi sempre in colpa e scaricando le mie frustrazioni verso chiunque mi capitasse a tiro. Ora, anche grazie alle chiacchiere con gli amici (e grazie ai loro sguardi increduli) capisco l’assurdità delle situazioni che ho vissuto.
 
Non voglio entrare nel dettaglio di quello che è successo. Ma giusto per darvi un’idea della difficoltà, durante quel periodo:
  • Mi hanno accusato di non essere una persona di compagnia, e allo stesso tempo di non saper stare al mio posto, che doveva rimanere quello di un osservatore passivo.
  • Mi hanno detto che non sapevano mai come avrei reagito alle cose, quando molte decisioni che riguardavano la mia sfera personale venivano prese da altri, e le mie obiezioni venivano ripetutamente ignorate.
  • Mi hanno accusato di non volermi impegnare seriamente nei rapporti personali e allo stesso tempo prendevano decisioni sull’argomento sulle quali non potevo mettere bocca. Decisioni che spesso servivano proprio ad ostacolare/boicottare questi rapporti. Quando mi rifiutavo di seguire le loro linee guida o non mostravo entusiasmo, ecco che veniva messo in dubbio il mio impegno.
  • Mi hanno accusato di rovinare le persone, ma chi mi accusava ha fatto di tutto per controllarle e io dovevo starne fuori.
  • Hanno perfino insinuato che io odiassi gli animali, e contemporaneamente di essere esagerato nel non volerli mangiare o nel non vederli come oggetti, paragonando ciò al fondamentalismo Islamico.
  • Mi hanno accusato di essere una persona con cui è difficile parlare. Nel mentre, il discorso più profondo e a cuore aperto che abbiano mai fatto l’hanno fatto con me.
Sono stato accusato di cose orribili. Certe cose non dovrebbero uscire dalla bocca di nessuno. Ed in tutto ciò, chi diceva di volermi aiutare non ha mai mosso un dito, succube comunque di queste persone.
 
Ma tutto ciò non importa più. Non provo rancore verso coloro che mi hanno fatto questo. Ora sto vivendo uno dei periodi più interessanti della mia vita. Non mi arrenderò a diventare una persona superficiale e priva di speranza. Non resterò sfiduciato per il male che mi è stato fatto, né tantomeno poiché hanno voluto farmi credere che ciò a cui aspiro è solo fantasia. Non diventerò come loro.
 

Cos’ho imparato

Ecco invece cosa ho imparato grazie a quell’esperienza e al periodo di disintossicazione che ne è seguito.
 
  • Non essere impulsivo, ma segui il tuo stomaco

    Quando ogni fibra del tuo corpo, ripetutamente, ti suggerisce di essere nel posto sbagliato a fare la cosa sbagliata, non c’è modo di fermare questa sensazione. Puoi provare a combatterla, ma vivrai male.

  • A volte serve più coraggio nell’arrendersi

    Spesso si pensa che chi “molla” è un codardo. Non è sempre così. A volte è più facile rimanere nella situazione di disagio in cui si è, mandare giù tutto, per timore di perdere quel (poco) che si ha, o per paura verso il futuro. Serve molta determinazione e molto coraggio per prendere una decisione e andarsene via. Alle volte semplicemente le cose non funzionano.

  • Tutto accade per una ragione, o accade per caso

    Se tutto accade per caso, è inutile prendersela. Nessuno ce l’ha con te, è solo un periodo sfortunato. Impara quello che puoi, escine e passerà. Se invece tutto succede per un motivo, perché dovrebbe essere un motivo negativo? Non è più probabile che serva per insegnarti qualcosa o per farti fare un passo in una direzione nuova?

  • Incolpa prima te stesso, ma non diventare un martire

    Una delle lezioni più interessanti che ho appreso anni fa è che prendersi le proprie colpe è un gran segno di maturità e di responsabilità. Tuttavia c’è un limite. Quando le altre persone sbagliano cronicamente è controproducente prendersi la colpa del nostro comportamento che le ha portate a sbagliare. Peggio ancora sentirsi in colpa nel fargli notare continuamente gli errori.

  • Quello che hai trovato forse non è poi così prezioso

    Spesso si ha paura di lasciar andare qualcosa (o qualcuno) perché si pensa che sia veramente speciale. In questo anno ho incontrato persone e visto cose molto più belle e grandiose di ciò a cui ero abituato (e che consideravo uniche). Muoviti, conosci gente, gira, e vedrai che troverai tante persone veramente speciali. Soprattutto ne troverai alcune di simili a te, che ti faranno sentire meno alieno di quanto ti abbiano fatto sentire altri.

  • Alcune persone sono diverse

    Ho cercato con tutte le mie forze di essere come alcune altre persone. Ho cercato di inserirmi in ambienti che sembravano interessanti, affiancato da persone che mi attiravano e che valutavo come “superiori”. Ma, con grandi sofferenze, ho capito che tutto ciò che mi circondava non faceva per me. Sforzarsi ad essere ciò che non si è, causa solo malessere. C’è un motivo se non sei mai stato come la maggior parte delle altre persone: sei diverso, e questo non è un male. Quando accetti questa cosa e smetti di paragonarti agli altri, trovando un po’ di fiducia in te stesso, ti rendi conto di quale tesoro sia la tua individualità.

  • Ricordati che devi morire

    Questa può sembrare una frase veramente pessimista. La realtà è un’altra: spesso diamo troppa importanza alle cose che ci succedono, o vogliamo controllare ciò che ci circonda. Se pensi all’importanza che qualcosa potrà avere tra 5 o 10 anni, ti rendi conto che la maggior parte delle cose è abbastanza futile. Ma anche le cose più importanti possono essere ridimensionate. Un giorno, morirai. Tutto quello che hai raggiunto durante la tua vita non avrà nessuna importanza, perché non sarai qui a renderti conto di niente. Certo, puoi arrivare alla fine dei tuoi giorni con il sorriso sulle labbra per quello che hai realizzato e che lasci a chi rimane, ma nel momento in cui non esisterai più, anche se il tuo nome dovesse sopravvivere tra i posteri, a te non cambierà niente. Inutile quindi affannarsi troppo: tra 100 anni non sarà più importante, quindi cerca semplicemente di comportarti bene e di goderti i momenti che ti vengono regalati.

 
Grazie a chi è arrivato fino a qui a leggere. Spero che queste righe possano essere d’aiuto a chi attraversa un periodo un po’ incerto, come è successo a me!
 
Buon anno,
Ale.
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