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L’assalto a Threads di Meta

Lo scorso weekend Threads ha ufficialmente aperto le porte anche all’Italia ed io, nonostante il mio orientamento verso il minimalismo digitale, un po’ per curiosità, un po’ per deformazione professionale, ho deciso di darci un occhio. In realtà mi ero registrato già qualche mese fa (in maniera non molto ortodossa) ma Meta ha poi rafforzato il blocco verso l’UE ed era diventato abbastanza inutilizzabile.

Ora, generalmente non nutro molte speranze di successo al lancio di un nuovo social network. Sembra che il loro successo sia spesso dovuto a fattori non direttamente prevedibili e che sfuggono ai loro creatori. Qualcuno si ricorda Google+ e, ancora prima, Google Wave? Entrambi buchi nell’acqua, e c’era Google dietro. Lo stesso Meta ha acquisito Instagram, Microsoft LinkedIn, mentre Musk ha acquistato Twitter: riuscire a creare un social network partendo da zero sembra un’attività con scarse probabilità di successo.

I social network che sono riusciti a “farcela” sono una minuscola percentuale tra le miriadi di quelli lanciati da varie startup e che alla fine non hanno ingranato. E’ facile, conoscendo 4 o 5 social network “vincenti” pensare a storie di successo… ma Facebook, Instragam, Twitter ecc eclissano le storie sfortunate di quelli che “non ce l’hanno fatta” e che quindi non conosciamo (Errore di valutazione numero 1).

In ogni caso, la mia breve esperienza con Threads è stata un piccolo allenamento interessante.

Ma perché sono tutti così fiduciosi?

Una cosa che mi ha sorpreso molto, quindi, è stata la moltitudine di account su Threads che postavano pensieri ottimistici riguardo alla nuova piattaforma. Possibile che mi stesse sfuggendo qualcosa? Perché quasi tutti denigravano Twitter (e addirittura Instagram in alcuni casi) dando piena fiducia ad un social appena nato che, al momento, non sembra offrire chissà quanto in più?

Mi ci è voluto un attimo per rendermi conto, innanzitutto, che l’assumere l’esistenza di un pensiero condiviso dalle masse basandosi sul proprio feed è un errore comune (errore di valutazione numero 2). Si sa, i social tendono a farti vedere cose che risuonano con il tuo modo di pensare, ed in questo caso potrei essere semplicemente finito nel giro dei fanatici di Threads (questo spiegherebbe anche l’affollamento di post con immagini di moto ogni volta che ho aperto l’app).

Ma, al di là di algoritmi malefici o meno, mi stavo dimenticando di una cosa: le persone che si sono iscritte a Threads e, soprattutto, che hanno postato nei primi giorni, sono praticamente degli early adopters: persone entusiaste all’idea di questo nuovo social network, che hanno deciso di scaricare l’app, creare un account, ed esplorare il nuovo ambiente. Per forza di cose sono persone che già in principio erano ben disposte nei confronti del nuovo progetto di Meta. E’ come andare a vedere una gara di F1 e notare con stupore che la maggior parte dei presenti ama i motori. Errore di valutazione numero 3.

Ovviamente è impossibile stabilire ora se Threads avrà successo o meno, anche se i numeri sembrano essergli favorevoli. Quest’esperienza però è stata utile per riprendere un po’ di coscienza sul fatto che i dati (o comunque le informazioni che ci arrivano) vadano analizzati con criterio. A tal proposito consiglio caldamente il libro Factfulness, che vi aprirà un po’ gli occhi sulla questione.

E voi, l’avete provato? Che opinione vi siete fatti?

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