I vegani che vogliono veder morire i bambini

Chiunque sia entrato in Facebook nel corso dell’ultima settimana ha sicuramente visto, letto e magari condiviso la notizia della signora vegana Roberta Montagna che augura ad un bambino di morire di cancro. Come per molti altri, la vicenda mi ha lasciato alquanto perplesso e negli ultimi giorni ho provato diverse emozioni nei confronti della signora e di coloro che hanno proferito verbo su questo argomento. Dato che, come spesso accade, la vicenda è più articolata di quanto sembri, questo post vuole fare un po’ di luce sui comportamenti che noi esseri umani abbiamo tenuto in seguito alla vicenda.

Cos’è successo?

Ecco qui, il post incriminato. In un gruppo Facebook per vegetariani e vegani (gruppo che è stato vittima di Shitstorm, quindi hackerato) qualcuno ha postato una foto provocatoria di un bambino intento ad addentare una bistecca. La foto era accompagnata da una frase che diceva, più o meno: “Ecco, cresce bene lo stesso”.

Chiaramente, il post ha scatenato reazioni forti tra i membri del gruppo. Tra i tanti commenti, uno che ha superato il limite: “Speriamo crepi di cancro da giovane”. Ecco che qualcuno ha pensato bene di incollare il commento sulla foto e diffonderla. Di lì a poco è diventata virale.

Quanto c’è di giusto, quanto è stato montato?

Come sempre, quando si tratta di vegani, le notizie si infiammano. Questo non è un post atto a scusare la signora, ma anche in questa occasione la stupidità e la cattiveria dell’italiano medio si sono fatte notare, alimentate dal sempre presente odio verso i vegani. Sono stati commessi un sacco di errori e fatte un sacco di cattiverie, e vi spiego perché.

Cattiveria 1: cos’è successo e cosa è stato raccontato

Questo è quello che traspare dalla foto:

Qualcuno posta una foto di un bambino che mangia una bistecca. Un momento di allegria familiare. Una vegana dal nulla commenta “Speriamo che (il bambino) crepi di cancro da giovane”.

Questa è un’altra chiave di lettura:

Qualcuno (un troll, cioè una persona che ama creare malumori) posta una foto di un bambino che mangia una bistecca in un gruppo destinato ai vegani, gruppo che ultimamente è stato vittima di provocazioni continue. La foto, accompagnata da una frase provocatoria, è solo l’ultima di una serie di post offensivi nei confronti dei vegani che popolano quel gruppo. Una signora commenta “Spero che (tu, persona che continui a postare queste cose) crepi di cancro da giovane”.

La seconda opzione può sembrare ottimistica, ma lecita. Tra l’altro, è la versione sostenuta dalla signora stessa in un intervista radiofonica successiva (vedi terzo punto).

Non sappiamo se sia veramente così, ma so cos’ho pensato io subito. Per la mia abitudine a non saltare mai a conclusioni affrettate e provare a “scusare” prima di attaccare, avevo ipotizzato che la signora si stesse riferendo al bambino della foto ma senza pensare al bambino “reale” che ci sta dietro. Insomma, pensavo avesse augurato la morte al bambino della foto, così come lo avrebbe fatto se fosse stata una vignetta, se fosse stato quasi un “personaggio” e non una persona che vive e respira da qualche parte nel mondo. Il che sarebbe stato comunque di cattivissimo gusto, e probabilmente non giustificabile. Ma diciamo che, considerata la provocazione e la rabbia del momento, avrei potuto capire.

Quello che sappiamo è che qualcuno ha pensato subito di diffondere la foto con il commento incollato giusto sopra, per alimentare le ben note polemiche contro i vegani. E questo non è simpatico, ma siamo nell’era dei social e sappiamo che funziona così. Il problema aggiuntivo è che il tutto è stato estrapolato dal contesto, facendo passare un messaggio creato ad hoc.

Cattiveria 2: montiamo e mungiamo la notizia facendo disinformazione

Non potevano passare più di 2 minuti dall’inizio di un evento di questa portata senza che i ben noti anti-vegani ci mettessero la bocca per dimostrare ancora una volta l’insensatezza dei vegani. E infatti, ecco La Zanzara di Radio24 (che sappiamo quanyo diplomatica sia nei confronti dei vegani) che intervista la signora. Nell’intervista, la signora non ne esce tanto meglio (fonte http://la-zanzara.radio24.ilsole24ore.com/7684-2/):

“Spero che crepi di cancro da giovane? Lo dico a tutti quelli che mangiano carne.” Continua: “Amen, tanta gente muore giovane”. Lei spera che chiunque mangi carne crepi di cancro? Prova a giustificarsi per quanto scritto nel commento a Facebook la signora dicendo che l’augurio di morte si riferiva all’hacker.  “Io spero che chi posta la foto del bambino che mangia carne hackerando un profilo muoia a Natale”. Lei deve ammettere che si riferiva al bambino, la incalza Cruciani e continua: “Chi mangia la carne è un assassino” Risponde la Montagna: “Sì, è complice di una strage” Peggio di Hitler, chiedono i conduttori. “Per tante cose Hitler non era male, almeno amava i suoi cani”. Ha ucciso 6 milioni di ebrei,  nota Parenzo. “Ah sì, e quanti cani stanno morendo nel mondo? quella è la strage”.

Ok, la signora dimostra di non essere tutta a posto, probabilmente. Diamo pure per assodato che sia una persona cattiva. Ora rileggete attentamente l’intervista (o ascoltatela) e notate le domande poste:

  • “Lei spera che chiunque mangi carne crepi di cancro?”
  • “Lei deve ammettere che si riferiva al bambino” (la incalza Cruciani)
  • “Peggio di Hitler?”

Ripeto, non proviamo a giustificare la signora dopo il commento e dopo aver capito quali sono le sue idee. Può anche essere una brutta persona. Ma a “La Zanzara” pare evidente che gli scoop li creano, cercando di mettere in bocca le parole alla signora. Questa non è un intervista per “fare luce” come avevano annunciato, è fatta per fare scandalo e creare notizia. Come dire che non basta mungere la notizia, bisogna anche montarla. A mio avviso comunque, la signora non ha mai ammesso che si riferiva al bambino, come suggerito (o imposto) da Cruciani: ha ammesso che ritiene che il bambino sia complice di una strage e, se vogliamo, complice di assassini. Brutto, ma ben diverso dall’augurargli la morte.

Il sito blastingnews riporta il suo pensiero sull’intervista, indicando che la signora è stata portata un po’ fuori strada dagli stessi intervistatori e parlando di “trappola”.

Tra l’altro, il video con l’intervista è stato caricato su YouTube da Radio24 con il titolo “Vegana augura la morte di un bambino”, titolo quanto meno poco corretto. Pare che La Zanzara comunque sia riuscita nel suo intento, se ha convinto anche loro:

A me pare che la signora abbia smentito l’augurio di morte al bambino. Si è infossata in altre cose, ma il post di “Adotta anche tu un analfabeta funzionale” è erroneo.

Cattiveria 3: Generalizziamo

Già dall’immagine di cui sopra vedete che l’enfasi non è posta su una persona, o su una donna, un’amante dei cani, un utente di Facebook. No: Roberta Montagna è una vegana. Ed è una vegana di quelle convinte. Cioè di quelle che sono vegane proprio tanto! E non solo La Zanzara, ma tutto il popolo del web che cova astio nei confronti dei vegani non ha potuto lasciarsi scappare questa ennesima occasione di puntare il dito e sfogare qualche rabbia repressa.

Sinceramente, della bontà della signora non mi interessa niente. Ho scritto il primo punto per far notare quanto il fatto sia stato travisato, ed il secondo punto per mostrare quanto sia importante smerdare i vegani. Ma per ciò che è successo, non sono rilevanti.

La signora può pure essere l’essere più meschino del pianeta. Tutti i vegani sono così? Quanto può essere intelligente una persona che commenta questi fatti dicendo “I vegani non stanno bene” (ed è il commento più gentile)? La tendenza a passare da “Quella è una persona vegana ed è una brutta persona” a “Tutti i vegani sono brutte persone” si chiama generalizzazione.

E’ una malattia. Se ce l’avete dovete curarvi.

Cattiveria 4: Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello se tu sei un coglione?

La cosa più inverosimile, quasi comica, e che dimostra che 25 anni di Simpsons non ci hanno ancora insegnato abbastanza, sono gli accanimenti che tante, troppe persone represse hanno dimostrato nei confronti della signora. In Veneto lo chiamiamo “Un tacon pezo deo sbrego” (Una pezza peggiore del buco originario). Dall’evergreen troia che denota una capacità dialettica ed analitica invidiabile agli auguri di morte sul suo profilo Facebook. Gente che è arrivata addirittura a chiamarla a casa od in ufficio per insultarla. E questo in un momento in cui gli insulti cybernetici fanno suicidare le persone.

Ma davvero? Auguriamo la morte ad una persona poiché ha augurato la morte ad un bambino, dimostrando così di non essere tanto diversi da lei? Quante paia di paraocchi bisogna avere per non sentirsi degli ipocriti? Perché invece non decidersi ad assaporare quella bella sensazione di superiorità che si prova guardando dall’alto verso il basso chi si comporta male?

Gli autori di questi insulti non sono da meno della signora presa in causa. Insulti così cattivi, scritti così di getto, senza riflessioni, fanno capire che il commento con l’augurio di morte sotto alla foto del bambino l’avrebbero potuto scrivere loro.

Ognuno di loro.

 

Appendice: acaccia.com vince il premio per l’articolo peggio scritto sulla vicenda

In tanti si sono presi la briga di gridare allo scandalo e puntare il dito e sparare un sacco di fesserie. Dal blog acaccia.com, che sappiamo non avercela assolutamente con chi è contrario alla caccia, ci arriva un esilarante articolo, in cui si evince che l’importante è smerdare, anche quando l’autrice stessa smonta alcuni fatti alla base della sua attività di smerdamento. Un esempio? Questo è un passaggio che, dopo 20 riletture, ancora non ho capito:

“E non fanno mai un passo indietro rispetto a quello che dicono e scrivono, soprattutto. Che a dirle, le parole, nella foga dei momenti , a volte ti scivolano fuori dalle labbra. Ma a scriverle, anche mentre lo faccio io ora, assumono un corpo specifico, potenzialmente indelebile. E allora basterebbe un battito di tempo per tornare indietro e cancellarle. Pensare. Ponderare. Correggere il tiro. Ad onor di cronaca bisogna dire che Roberta Montagna Pelliciari sostiene che il profilo sia stato hackerato e pertanto avrebbe augurato la morte di cancro a chi avrebbe piratato il profilo del suo gruppo vegano così come sostenuto attraverso una telefonata / intervista con Giuseppe Cruciani della Zanzara di Radio. Ma loro no. Non lo fanno e sono convinti che loro, le parole che mettono in fila una dietro l’altra, le pronuncino giuste.”

Analisi logica a parte, la “blogger” stessa riporta che l’augurio di morte pare non fosse rivolto al bambino, ma per tutto l’articolo il focus poi rimane “i vegani che augurano la morte ai bambini” con frasi come “Non ho niente da dire (…) a chi augura di crepare ad un bambino”. Ma se hai appena scritto che così non è stato?

Del paragrafo riportato, io capisco questo:

Una vicenda orribile, e i vegani non fanno mai un passo indietro. Ad onor di cronaca, la signora l’ha fatto dicendo che non si rivolgeva al bambino. Ma i vegani, quelli non fanno mai passi indietro.

Cioè, usa il fatto per costruirci una tesi che poi “in realtà non è così” ma rimane un dato di fatto. E continua con: “Non si scusano. Ribadiscono.” Ma da dove arrivano ‘ste asserzioni? Giuro che ho provato a leggere l’articolo più volte, non si capisce una fava tra frasi che sembrano messe a caso e digressioni su bambini pieni di tubicini (?)!

Anche qui, quello che fa male è vedere tutte le condivisioni ed i commenti positivi al post. Fa male perché a quanto pare ci sono almeno 140 persone che l’hanno letto e capito.

E io invece no. 🙁

Alessandro Gonella: Graduated in computer science, is passionate about music, videos and travels.
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